CHI SIAMO

Marea Morada, la marea viola.  
Marea, è questo che siamo, una marea di persone riunite all’ombra di un colore che ci parla di parità, di uguaglianza, di lotte, di conquiste, ma anche, e ancora troppo spesso, di diseguaglianza, di disparità, di sconfitte.

Ho scelto di utilizzare lo spagnolo, un po’ per l’assonanza che la traduzione italiana non consente e un po’ perché l’idea per MAMO è nata tra le strade di Madrid, l’8 Marzo 2020, quando una marea di persone vestite di viola mi ha travolto facendomi sentire parte di qualcosa di più grande di me, dimostrandomi ancora una volta sia quanto siamo arrivat* lontano sia quanto ancora più lontano possiamo arrivare restando unit*.

MAMO vuole essere uno spazio aperto di crescita e condivisione, uno spazio per informare ed informarci, per raccontare e raccontarci, per domandare, per rispondere. 
Uno spazio in cui chiunque abbia voglia di farlo possa raccontare la sua storia, condividere le sue idee, esternare le proprie rivendicazioni.
MAMO non vuole intermediari, vuole ascoltare le vostre voci, che siano grida o sussurri, felici o incazzate, comode o sovversive, le voci di chi da molto o da poco lotta, ognun* a proprio modo, per la parità.

STORIE 
La sezione Storie accoglie tutte quelle storie che possano servire da spunto di riflessione.
Storie personali, storie esemplari, storia di un movimento, storie di popoli, di culture,di religioni, storie dal mondo e sul mondo.
L’unico requisito è che queste storie  parlino di parità, ottenuta o ancora da ottenere, in tutte le sue sfaccettature.

IDEE
La sezione Idee accoglie pensieri, riflessioni, teorie, dati.
Riflessioni personali che avete voglia di esternare, idee e teorie con la quali siete venut* in contatto e che volete condividere, dati utili per orientarsi nella complessità. 
Tutto ciò che vi abbia aiutato e che possa aiutare altr* a farsi un’idea .

RIVENDICAZIONI
La sezione Rivendicazioni accoglie richieste, petizioni, lotte in corso, programmi, manifestazioni.

 

TEAM

 

GRETA CASSANELLI
FOUNDER, CONTENT CREATOR

 Ho pensato spesso se fare questa descrizione.

Una di quelle descrizioni con la tua foto presa bene e un’approssimazione scritta di chi sei. Mi sono chiesta se avesse senso farlo in questo spazio. Uno spazio privo di un’identità definita, che a volte mi rende orgogliosa, a volte mi mette ansia. Poi ho capito che è proprio questa mancanza di un’identità definita, l’incapacità di trovare una linea e seguirla, a renderla la perfetta rappresentazione di me stessa. Priva di contorni, priva di un’identità unica che mi definisce da sfoggiare con orgoglio in risposta a una delle domande che più odio – cosa fai nella vita?-

A volte rispondo, facendo un copia-incolla delle cose che in quel momento mi sembrano più adatte a dare una rappresentazione parziale di chi sono. A volte mento. Dicendo che sono o faccio quello che in realtà ero o facevo l’anno prima, che non è mai lo stesso.

Forse l’unica risposta sincera a quella domanda sarebbe: cambio. Io nella vita cambio. Me lo sono pure tatuata. In corsivo, su un fianco. “Almeno non mi pento” ho detto.

Ho cambiato anche quello. Coperto con figure geometriche. Per anni ho creduto di non avere una personalità, di essere un puzzle di pezzi rubati ad altr che fanno fatica a incastrarsi. A volte lo penso ancora.

Non ho fatto un percorso lineare, non ho avuto una vocazione. Ne ho avute molte, intense, ma (quasi) nessuna è sopravvissuta al cambiamento.

Ho una laurea in lingue, presa quando pensavo che nella vita volessi girare il mondo.

Parlo 4 lingue molto bene e 2 molto male.

Quando mi sono laureata, il mondo non lo volevo più girare. Volevo fare teatro. E l’ho fatto.

Corsi, provini, ri-corsi. Studio del sé, del corpo, dell’altro. Operatrice teatrale, attrice, tournée.

Sono stata educatrice ambientale, commessa, babysitter. Hostess, cameriera, receptionist.

Negli ultimi 3 anni ho cambiato 10 case, 4 stati. Leggo i tarocchi, l’i-Ching, le stelle. A volte preferisco i libri alle persone.

A volte no. I miei colori preferiti sono tutti quelli che appartengono alla scala cromatica tra il rosa e il viola.

Ho amato tanto ma ho sofferto di più. Prendo in giro l’amore e poi mi sogno vestita di bianco.

Godo di privilegi di cui a volte mi vergogno ma ai quali comunque non rinuncio.

Sono vegana perché mi fa sentire meno in colpa. Le strade che ho percorso un po’ a zigzag mi hanno portata a Madrid, dove in una casa, in quarantena, ho dato vita a MAMO. Oggi lei è cresciuta e io sono cresciuta con lei.

Non so chi sarò tra un anno, o dove andrò, ma vi prometto che il femminismo me lo porto.

 


SILVIA INGRASSIA
CONTENT CREATOR

 Avevo 7 anni e con mia sorella giocavo a fare pozioni magiche che altro non erano che sapone, fiori pestati e terra, non funzionavano mai. Volevo essere una strega, ad oggi faccio solo sogni premonitori.
Avevo 8 anni faticavo a mangiare la carne, non riuscivo a pensare ad altro che agli animali che avrei voluto salvare. Volevo essere una veterinaria, più tardi sono diventata solo vegetariana. Avevo 9 anni volevo insegnare e avevo anche tutto il necessario per farlo: due sorelle, una lavagna e tanta saccenza. Volevo essere un’insegnante, lo sono diventata. Avevo 10 anni, per Natale ricevetti la macchina per creare cioccolatini, creavo dei cioccolatini orribili perché nessuno mi aveva detto che avrei dovuto temperare il cioccolato. Volevo essere Willy Wonka, ad oggi mangio solo un’ingente quantità di cioccolato. Avevo 15 anni, volevo fare la dj. L’ho immaginato per così tanto tempo che avevo anche deciso il nome. Vorrei ancora farlo, credo segretamente di esserlo, ma le uniche cose che so fare sono passaggi orribili che propino solo ad amici troppo ubriachi e amorevoli per criticarmi. Avevo 17 anni, discutevo per tutto, per qualsiasi cosa e per le ingiustizie quotidiane, mie e non. Oggi MAMO mi permette di dare voce ai miei pensieri e alla mia indignazione quotidiana, sopratutto. Mi indignavo, lo faccio ancora. Avevo 18 anni, volevo essere un’isola, vivevo su un’isola, volevo scappare ma esserlo. Volevo essere circondata dal mare ma lontana da tutto ciò che non mi piaceva. Avevo 20 anni e volevo essere un’ape, volare di fiore in fiore ma non ho mai saputo farlo. Ho imparato a dare attenzione ad ogni singolo fiore sfiorato facendo attenzione a non sfiorire. Oggi ho 28 anni, sono un’insegnante e i miei sogni sono: vedere l’aurora Boreale, diventare mamma di 3 figlie femmine a cui vorrei non dover spiegare cosa sia il patriarcato, scrivere un libro per bambini, diventare ministra dell’istruzione e vedere il mare tutti il giorni. Sono la stessa bambina che credeva di essere una strega, una cioccolatiera e una dj, con l’unica consapevolezza che ciò che non sono stata, che sono e che sarò hanno sempre fatto parte di me in unico miscuglio chiamato mare, che tutti giorni bagna la mia isola.